Le persone hanno bisogno di
una storia.
Bella
o brutta non importa.
Una
storia da raccontare agli amici al bar, o una di quelle che dici al
professore per “tirarti fuori dai guai”.
Di
qualsiasi tipo siano le storie, se ci sentiamo smarriti, vuoti e
soli, o quando siamo incommensurabilmente felici, è lì che andiamo:
in una storia.
Le
storie che abbiamo inventato sono le stesse che hanno creato noi.
Racconti mitologici sulla nascita del mondo. Il romanzo che ho letto
la settimana scorsa. I racconti e le testimonianze di ciò che è
stato.
Ci
sono personaggi delle storie che ci stanno a cuore. Gioiamo e
piangiamo con loro. Ci affezioniamo, sentiamo la loro mancanza quando
la storia finisce, o quando da essa vengono brutalmente strappati.
Personaggi di carta e inchiostro, digitali o di celluloide, ma anche
di carne e sangue.
Noi
inventiamo le storie, ma le storie creano noi. Siamo dentro di esse,
le viviamo. Siamo noi stessi dei personaggi. Forse qualcuno in questo
momento sta leggendo un libro o guardando un film che parla di noi.
Forse c’è qualcuno che gioisce e piange con noi, che ci si è
affezionato e a cui mancheremo, alla fine di tutto. Per qualcuno
questo può essere di consolazione: sapere che c’è qualcuno, lì
fuori, a fare il tifo per noi mentre legge la nostra storia.
Le
persone hanno bisogno di storie. Persino gli oggetti ne hanno una.
Una
volta ho letto di un ragazzo a cui gli oggetti raccontavano la loro
storia. Lui se ne stava lì, seduto in silenzio, con l’oggetto tra
le braccia e ascoltava.
Quanta
strada avevano percorso quelle scarpe! Quanti posti meravigliosi
avevano visto, e quante avventure vissuto! E quell’ombrello! Caro
mio, di pioggia ne aveva presa tanta, e quanta neve e vento!
E
così, il ragazzo seduto davanti al camino ascoltava e ascoltava le
storie degli oggetti, e più ascoltava più diventava ricco, ché la
vera ricchezza non è data dall’oro o dal possedere beni materiali,
ma dall’avere qualcosa da raccontare, da trasmettere.
Le
persone hanno bisogno di storie, perché esse sono il segreto
dell’immortalità.
Mia
nonna non c’è più, la sua storia è finita, ma mia madre me l’ha
raccontata e io l’ho raccontata ad altre persone, e così lei è
diventata immortale e vola nel vento insieme alle parole.
Un
giorno qualcuno racconterà la mia storia, quella del ragazzo che
ascoltava gli oggetti, quella della principessa rinchiusa nella torre
e tutte le altre storie del mondo.
E
allora anche noi, protagonisti di queste storie, saremo immortali e
voleremo nel vento trasportati dalle parole.